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  ADDIO A GINA LOLLOBRIGIDA
Ricordo di Corrado Prisco 
   
  La conobbi a Cannes, nel 1972, la rividi nello stesso anno nella sua stupenda villa sull’Appia antica, ove ero andato a proporgli un film ,una coproduzione Italo-franco-spagnola con la regia di Roviro Beleta. I produttori spagnoli che mi proposero la coproduzione, mi avevano chiesto come quota italiana la partecipazione al film di Gina Lollobrigida. In quell’anno la mia società, la C.P. cinematografica non godeva di buona salute economica, avendo prodotto un film molto costoso, che si rivelò un insuccesso commerciale. In quegli anni, o meglio sin dall’inizio della storia del cinema i produttori cinematografici investivano e rischiavano in proprio, contrariamente ad oggi che si sono tramutati in produttori esecutivi delle grandi majors. Ebbene restai sorpreso quando il suo agente mi disse che la grande starr, mi invitava nella sua villa sull’Appia antica. 
Gina mi ricevette nel grande salone con finestroni che affacciano su uno stupendo parco. Le consegnai la sceneggiatura, alla quale avevo collaborato con José Antonio García Blázquez, Andrés Velasco, Enrique Josa, Paul Andréota, Francisco Rovira-Beleta. Ne magnificai la storia e la regia che sarebbe stata dello stesso Roviro – Beleta. Poi le parlai del cast, del quale ne avrebbero fatto parte: Danielle Darrieux, Conchita Velasco, Susan Hampshire, Renaud Verley. -Verley l’ho visto di recente ne “La caduta degli dei” mi disse Gina. E di italiani chi c’è?- mi chiese. - Giacomo Rossi Stuart – le risposi. Poi la informai che la colonna musicale sarebbe stata composta da Piero Piccioni. Gina che aveva appoggiato il capo alla mano mi ascoltava e mi osservava con attenzione. - Fammi prima leggere la sceneggiatura. Come me l’hai raccontata mi sembra interessante. Poi, per il resto ne parlerai col mio agente. Io accennai di si col capo.  E la guardai con aria interlocutoria. Poi presi coraggio e le parlai delle problematiche economiche della mia società. Lei sorrise e mi rispose “oggi chi non ne ha”. In effetti il cinema in quegli anni viveva una severa crisi economica. Abbassando la voce e forse arrossendo, proposi alla grande attrice un pagamento in cambiali il cui importo avrei quantificato col suo agente.
  Gina fu sorpresa dalla richiesta che non s'aspettava. Mi guardò per una manciata di secondi che mi sembrarono un'eternità, e mi disse: Io credo nei giovani. (Avevo trent’anni) Parla col mio agente, sono certa che troverete un accordo.Intanto leggo la sceneggiatura. Nel salutarci ci abbracciammo e mi venne da sussurrarle: Grazie. Poi guardai l’esterno e commentai, quasi tra me e me: "E’ proprio bello questo parco". Gina che mi aveva sentito,  rispose: - Come tutte le cose belle ha bisogno di tanta cura.- Prima di salire sull’auto mi girai a salutarla nuovamente con la mano. E le dissi: Ci vediamo sul set? Lei mi sorrise, “Se son rose fioriranno” mi rispose parafrasando il titolo della sceneggiatura “Non ho trovato rose per mia madre”. Le riprese iniziarono presto. Il film uscì in Spagna col titolo: No encontre rosas para mi madre. Mentre in Italia lo feci distribuire col titolo: “Peccato mortale”. Il film ebbe ottimi incassi, anche come vendite estere, grazie soprattutto alla partecipazione di Gina Lollobrigida.
Addio Gina. Con profonda gratitudine e affetto.
Corrado Prisco
Roma 16.01.2023
 
 
 
 
 
 
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